4.5 (1197 Recensioni)
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Indice
Da dove proviene il Pinot Nero?
Cosa rende il Pinot Nero dell’Alto Adige così particolare?
Il Pinot Nero dell’Alto Adige in cifre
Che sapore ha il Pinot Nero?
Quali sono i migliori Pinot Nero dell’Alto Adige?
Con quali piatti va servito il Pinot Nero?
Pinot Nero o Pinot Noir: indipendentemente da come si chiami questo vino, il suo titolo rimane invariato, e cioè "Re dei vini rossi". Con alcuni dei vini più rinomati e anche più costosi al mondo, il Pinot Nero è il simbolo del vino rosso elegante per eccellenza. Scopriamo come questo gigante internazionale ha messo radici in Alto Adige e come mai ha trovato pane per i suoi denti…o meglio terreno per le sue radici proprio nella provincia più a nord d'Italia.
Per quanto riguarda il luogo di origine e la nascita del Pinot Nero, prevalgono ancora oggi molte incertezze. Si tratta presumibilmente di un vitigno molto antico, il quale, secondo alcune stime vanterebbe ben 2.000 anni. Si dice che il Pinot Nero affondi le sue origini nella zona tra il lago di Ginevra o il Canton Vallese e la Valle del Rodano in Francia.
Neanche il lignaggio genetico del Pinot Nero è del tutto chiaro. Vi sono infatti due teorie principali: la prima sostiene che il vitigno discende da un incrocio spontaneo di Pinot Meunier e Traminer. La seconda traccia la sua provenienza direttamente da una vite selvatica. A questo proposito, gli scienziati non sono ancora completamente d'accordo.
Tuttavia, ciò su cui c'è molta più unanimità è la storia del Pinot Nero in Alto Adige. Nella nostra zona la varietà fu menzionata per la prima volta nel 1838 come "Bourgoigne noir" in un acquisto di viti da parte dell'Associazione Agricoltori del Tirolo e Vorarlberg con filiale a Bolzano. In seguito agli sforzi dell'arciduca Giovanni I per valorizzare la viticoltura in Alto Adige intorno al 1850, il Pinot Nero divenne una componente fissa nell'assortimento delle varietà locali.
Wine Fact |
Il nome Pinot Nero deriva probabilmente dal termine francese pin che in italiano sta per “pigna”. La scelta del nome è da ricondurre alla forma allungata dell’uva, che ricorda appunto quella di una pigna. |
Il Pinot Nero è conosciuto tra i viticoltori come un vitigno molto esigente e delicato che sviluppa il suo potenziale solo con condizioni climatiche e territoriali ottimali. Inoltre, richiede una cura dettagliata e costante. Le viti di Pinot Nero preferiscono aree coltivabili con clima da moderato a fresco, con terreni profondi e fertili, idealmente con un alto contenuto di calce e permeabili all’acqua.
Non ti sorprenderà sapere che i vigneti più famosi al mondo si trovino in Borgogna. La Côte d'Or e la Côte de Nuits tra Givry nel sud e Digione nel nord si prestano particolarmente alla coltivazione di questa varietà. Ma altrettanti magnifici Pinot Nero vengono prodotti anche al di fuori della Borgogna, per esempio nelle regioni tedesche del Baden e del Palatinato, nella Svizzera orientale e in Alto Adige.
Complessivamente, in Alto Adige le viti di Pinot Nero vengono coltivate su una superficie di circa 500 ettari. Le principali aree di coltivazione si trovano in Oltradige e in Bassa Atesina, nella conca di Bolzano e nella valle dell'Adige. Le particolari condizioni climatiche dell'Alto Adige tra l'alpino e il mediterraneo e le superfici coltivate medio-alte tra circa 450 - 650 m sul livello del mare formano il profilo climatico perfetto per il Pinot Nero.
Probabilmente la zona più vocata al Pinot Nero in tutto l'Alto Adige è Mazon vicino a Egna con i suoi terreni argillosi simili alla Borgogna, dotati di un alto contenuto di calce e argilla in un orientamento prevalentemente ad ovest o sud-ovest. La zona di Gleno nei pressi di Montagna presenta anch'essa condizioni ideali simili a quota generalmente un po' più elevata, il che significa che i vini che prosperano in questa area tendono ad essere un po' più freschi.
3,1 milioni | bottiglie prodotte in un anno ca. |
raccolto complessivo ca. (2019) | |
506 ha | superfici coltivate |
9,1% | superficie coltivata complessiva |
14-18 °C | temperatura di servizio |
Il profilo organolettico di un buon Pinot Nero si presenta sempre aggraziato, elegante, quasi regale. In termini di colore, tuttavia, è piuttosto sobrio con un colore dal rubino al rosso granato di intensità media-debole e bordi brillanti.
Al naso, invece, si dispiega in tutto il suo splendore: sentori intensamente fruttati di more, fragole, lamponi e ciliegie emergono nei vini giovani, mentre negli esemplari più maturi prevalgono aromi complessi di sottobosco, chiodi di garofano, erbe e liquirizia.
Al palato, ogni Pinot Nero di successo è caratterizzato da un forte equilibrio: pienezza, potenza, acidità e tannino si equilibrano armoniosamente conferendo al gusto rotondità e lunghezza. Il Pinot Nero è adatto all’invecchiamento in bottiglia, ma tende ad ossidarsi. L'ossidazione può essere riconosciuta dalla decolorazione marrone ruggine o rosso mattone del vino.
Ovviamente le caratteristiche appena riportate forniscono solo indicazioni approssimative e tipiche di un Pinot Nero, che tuttavia non rispondono a canoni specifici o a criteri obbligatori per un buon Pinot Nero. Il vitigno è noto per essere significativamente influenzato dal terroir: un Pinot Nero proveniente dai freschi e ripidi pendii della Val Venosta è di solito molto più fresco e con un'acidità più alta di un Pinot Nero della Conca di Bolzano, che sarà molto più rotondo, vellutato e fruttato.
Questa domanda viene posta ogni anno da centinaia, se non migliaia di fan del Pinot Nero. Per trovare una risposta unanime, verso la fine degli anni 90 sono state inaugurate le Giornate del Pinot Nero, in cui una giuria internazionale di esperti e dilettanti assaggia i migliori Pinot Nero di tutta Italia premiando il re dei re.
Nell'ambito di questo concorso, anche l'Alto Adige è emerso come una terra di punta sulla scena vinicola internazionale. Tutta la top 10 delle Giornate del Pinot Nero è regolarmente etichettata da marchi altoatesini.
Nel corso degli anni, si sono distinte alcune bottiglie, che, solo per la continuità della loro premiazione, meritano di essere annoverate tra l'élite dei Pinot Nero dell'Alto Adige. Il podio dei vincitori è stato regolarmente spartito tra il "Linticlarus" della Cantina Tiefenbrunner, l'"Anrar" della Cantina Andriano e il "Monticol" della Cantina Terlan.
Degustare un Pinot Nero da soli è un'esperienza che ogni appassionato di vino dovrebbe aver vissuto almeno una volta. Tuttavia, il giusto abbinamento a tavola può costituire un’esperienza altrettanto illuminante e stimolante. Da grande classico dei vini rossi, il Pinot Nero si abbina favolosamente anche a piatti classici come la selvaggina o la carne rossa in generale, ma questo non rende giustizia alle altre innumerevoli combinazioni.
Un Pinot Nero leggero e fresco o anche rosé è meraviglioso se accostato a un tagliere di formaggi di capra di media stagionatura, prosciutto, speck e altri salumi. È anche eccellente con leggeri piatti di carne come il pollame. Un consiglio per veri buongustai: accompagnatelo al rognone di vitello con salsa di senape e asparagi verdi.
I Pinot Nero più strutturati e leggermente più maturi sono difficili da battere se abbinati alla carne: succose costolette di agnello con l'osso, carpaccio di manzo con rucola, scaglie di parmigiano e una goccia di aceto balsamico o filetto di maiale in crosta di erbe sono solo l'inizio. Per coloro che preferiscono la cucina vegetariana, il Pinot Nero è l'accompagnamento perfetto per tutti i tipi di piatti a base di funghi, come il risotto alle spugnole o le tagliatelle ai porcini con porri e noci.
Tags: Pinot Nero, Alto Adige, Vino, Vitigno
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