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Vini rossi altoatesini: viaggio esplorativo tra 6 calici

Indice

Schiava – il Re della Marende
Lagrein – Il forzuto dall’abito vellutato
Pinot Nero – Il numero 1 d’Italia
Merlot – Un Don Giovanni bello sostanzioso
Cabernet Sauvignon – Il selvaggio adulatore
Moscato Rosa – L’amabile rarità

 

Quando si parla di vino, l'Alto Adige rappresenta il fiore all'occhiello dei rossi: dal duo autoctono di Lagrein e Schiava passando per i classici Pinot Nero, Merlot e Cabernet fino al raro Moscato Rosa, tutto ciò che ha prestigio e nome nell'assortimento dei vini rossi si inquadra nella stucchevole regione altoatesina.

Per quanto diversi possano essere i singoli vini, hanno tutti un elemento in comune: sono il prodotto di anni di cura e passione da parte dei viticoltori, di una competenza unica da parte dei maestri cantinieri e figli dell'inconfondibile terroir altoatesino. Vi invitiamo pertanto a fare con noi un viaggio attraverso i vigneti soleggiati dell'Alto Adige affinché possiate scoprire le sfaccettature esclusive dei nostri rossi!

 

 

Schiava – il Re della Marende

La prima tappa ci conduce attraverso delle viti profondamente radicate non solo nei terreni alluvionali e ghiaiosi, ma anche nella cultura del vino altoatesino. Stiamo parlando dello Schiava autoctono, già conosciuto in Alto Adige prima del XVI secolo. Oggi, viene coltivato su circa l'11% della superficie vitata complessiva della regione e rappresenta un rosso di altissima qualità.

Lo Schiava vanta una leggerezza invidiabile e delizia il palato sotto forma di Kalterersee, di S. Maddalena nonché in veste di Schiava Meranese. Le sue note floreali di violette sono sostenute da aromi di bacche, che lo rendono il vino ideale per aperitivi. In quanto vino autoctono leggero, lo Schiava si sposa perfettamente con la cucina tradizionale dell'Alto Adige, incassando un ottimo consenso accanto alla classica Marende altoatesina.

 

 

Lagrein – Il forzuto dall’abito vellutato

La nostra prossima tappa ci porta dall'amico autoctono dello Schiava, che tuttavia ci riserva un'accoglienza più corposa: il Lagrein. Quasi dimenticato nel passato, il nobile rosso sta vivendo oggi un vero e proprio risorgimento, lasciando prosperare i suoi grappoli su quasi 500 ettari di terreno coltivato (circa il 9%). Questo vino rosso dal carattere forte ama particolarmente i terreni caldi, il porfido di Bolzano, la sabbia e la ghiaia: è proprio qui che può sviluppare al meglio la sua piacevole pienezza e la sua leggera acidità.

Il suo nobile bouquet di bacche scure e violette familiarizza con le spezie aromatiche, svelandoci il suo carattere corposo. Questo grande classico si armonizza particolarmente bene con la selvaggina, la carne rossa e i formaggi piccanti a pasta dura. Un toccasana per il palato per il quale si fa volentieri una sosta!

 

 

Pinot Nero – Il numero 1 d’Italia

Continuiamo il nostro viaggio nel miglior vigneto di Pinot Nero d'Italia: Mazon. In questo luogo ameno riceviamo un principesco benvenuto dal nobile francese dal carattere territoriale. Coltivate su un terreno di ghiaia calcarea sull'altopiano di Egna, le sue bacche violacee ci regalano una vista mozzafiato verso sud. Una brezza fresca porta poi al naso profumi di violette, chiodi di garofano e bacche scure, mentre la sua elegante ricchezza fa da contorno a questa nobile accoglienza. I Pinot Nero dell'Alto Adige annoverano tra la crème de la crème dei rossi internazionali e rappresentano l'accompagnamento perfetto per la selvaggina saporita, il coniglio o i formaggi piccanti a pasta dura.

 

Merlot – Un Don Giovanni bello sostanzioso

Prossima fermata: Bordeaux, o quasi. Il Merlot è stato importato in Alto Adige 130 anni fa e da allora si è adattato benissimo al terroir altoatesino sviluppandosi in modo quasi superbo: il suo intenso bouquet di bacche scure incontra le spezie aromatiche per creare un vino rosso in grado di convincere qualsiasi palato con il suo tannino gentile e il suo carattere corposo. Il Merlot si abbina particolarmente bene alla carne rossa e ai formaggi piccanti a pasta dura. Un vino assolutamente da non perdere!

 

Cabernet Sauvignon – Il selvaggio adulatore

Selvaggio, ribelle e stimolante: la nostra penultima tappa ci porta alla scoperta del Cabernet Sauvignon. Questo vino rosso profondo combina sapientemente spezie intense con aromi fruttati di bacche, regalando un'esperienza di gusto indimenticabile. Si suol dire che la pazienza è la virtù dei forti, pertanto anche il Cabernet ha bisogno di tempo per sviluppare tutto il suo carattere. Questo rosso si armonizza soprattutto con i classici piatti di carne e con i formaggi a pasta dura. Un compagno di viaggio a cui non si vorrebbe mai rinunciare!

 

Moscato Rosa – L’amabile rarità

La nostra ultima tappa costituisce una vera rarità nel panorama vitivinicolo: parliamo del Moscato Rosa. Ultimo della lista ma non di importanza, il nostro viaggio si conclude con l'assaggio di questo carismatico rosso dolce. Il Moscato Rosa proviene originariamente dalla Sicilia, ma ormai è di casa anche in Alto Adige,  entusiasmando i degustatori come vino dolce grazie alle sue intense note di rosa e al profumo di violetta e noce moscata.

 Inoltre, incanta sapientemente i suoi amanti poiché compagno fedele di nobili dessert. La sua coltivazione impegnativa rende il Moscato Rosa qualcosa di molto speciale, ed è per questo che non poteva assolutamente mancare nel viaggio gustativo dei vini altoatesini!